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La cucina reinventata di Peter Lammer

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Grazie a una tecnologia all’avanguardia, il cuoco austriaco Peter Lammer, che è diventato disabile a seguito di un tragico incidente stradale, è riuscito non solo a continuare a cucinare, ma anche a reinventarsi completamente.

L’idea di uno chef senza l’uso delle gambe è difficile da immaginare. La cucina, infatti, è un luogo dove l’agilità e la mobilità sono essenziali e molti degli spazi e degli strumenti sono progettati per una persona che possa muoversi liberamente. Eppure, grazie a una tecnologia all’avanguardia, il cuoco austriaco Peter Lammer, che è diventato disabile a seguito di un tragico incidente stradale, è riuscito non solo a continuare a cucinare, ma anche a reinventarsi completamente. Lammer è tornato dietro ai fornelli del suo ristorante Johanneskeller a Salisburgo e lo ha fatto in modo straordinario, grazie a un’invenzione che gli ha dato una nuova vita: un dispositivo che gli consente di “fluttuare” in cucina, senza mai più perdere la sua autonomia.

Peter Lammer, all’età di 44 anni, stava vivendo un periodo di successo nel suo elegante bistrot. Ma tutto cambiò in un istante, quando, durante una gita in moto, rimase vittima di un tragico incidente che lo costrinse a subire numerosi interventi chirurgici e a intraprendere una lunga e difficile riabilitazione. Tuttavia, nonostante l’impegno dei medici, le sue gambe non risposero più. La diagnosi fu devastante: avrebbe perso l’uso delle gambe e la sua vita sarebbe stata segnata da un’invalidità permanente. Il grado di disabilità fu elevato, pari all’80%, e l’idea di poter tornare a camminare sembrava pura utopia. “Non avrei mai più potuto fare un lavoro stabile”, racconta Lammer, ripensando a quei momenti bui. I medici gli avevano dato poche speranze, e anche la tecnologia più avanzata sembrava incapace di restituirgli quella mobilità che per anni aveva dato per scontata.

Ma Peter Lammer non si arrese. Nonostante la difficile realtà che doveva affrontare, non smise mai di cercare una soluzione. Fu proprio un amico, Bernhard Tichy, a dargli un’idea che cambiò la sua vita. Bernhard, falegname e alpinista gli propose di collaborare a un progetto che avrebbe potuto permettergli di tornare a lavorare in cucina senza la necessità di stare in piedi. Tichy aveva un’esperienza unica nella creazione di dispositivi che sfruttano la forza della gravità e insieme decisero di progettare una sorta di “macchina” che scaricasse il peso dalle gambe di Lammer, permettendogli di muoversi liberamente nella cucina.

Così nacque la Standing Ovation, un dispositivo davvero innovativo che ha permesso a Lammer di continuare a cucinare come prima, senza compromettere la sua salute. Il progetto si basa su un sellino fissato a una staffa metallica che pende dal soffitto, sospeso su binari sopraelevati. Grazie a questa struttura, Lammer può muoversi liberamente e spostarsi all’interno della cucina senza dover mai usare le gambe per sostenersi. Il dispositivo non solo gli consente di lavorare in modo più comodo, ma gli permette di essere più agile e dinamico, una vera e propria “libertà sospesa” che gli restituisce la possibilità di lavorare dalle 40 alle 50 ore alla settimana, proprio come faceva prima.

La Standing Ovation gli ha ridato la sua autonomia, restituendogli quella forza e quella determinazione che aveva temuto di perdere. Non solo ha potuto riprendere il controllo della sua vita, ma anche continuare a provvedere alla sua famiglia, a portare avanti la sua carriera e a fare ciò che ama di più: cucinare. La tecnologia, che sembrava destinata a ridurre la sua carriera e limitare le sue possibilità, ha invece aperto a Lammer nuove strade.

Oggi, il Johanneskeller è ancora uno dei ristoranti più apprezzati di Salisburgo, e Peter continua a essere l’anima del locale. La sua passione per la cucina non è mai venuta meno, anzi, si è trasformata in una sorta di missione. Lammer ha trovato una nuova consapevolezza: non importa quanto la vita possa essere difficile o quanto una tragedia possa cambiare le cose, l’importante è la resilienza e la capacità di reinventarsi. Il suo ristorante è diventato un simbolo di resilienza.

La sua storia è diventata un punto di riferimento per le persone che affrontano sfide simili, dimostrando che con l’ingegno e la determinazione si può superare qualsiasi difficoltà. “La Standing Ovation mi ha ridato la libertà” dice Lammer, che ormai ha accettato e trasformato la sua disabilità in una forza. “Non solo ho ripreso il controllo della mia vita, ma ho anche imparato che la tecnologia non è solo un strumento di miglioramento, ma può diventare una risorsa fondamentale per chi ha bisogno di adattarsi a nuove sfide”.

Last modified: 23 Gennaio 2025