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Il prossimo 3 ottobre ore 16, verrà inaugurata a Forlì, presso l’Oratorio di San Sebastiano, la prima edizione annuale del premio e della mostra d’Arte contemporanea “Artisti per Alina”. L’evento è stato organizzato e promosso dall’artista Sanda Sudor, per commemorare la perdita della sua unica figlia di 26 anni, Alina Marchetta, uccisa la mattina del 7 aprile 2019, mentre passeggiava in via Salinatore a Forlì, dall’auto condotta da una sua coetanea in stato alterato da alcol e sostanze stupefacenti. La giovane vittima era in procinto di attraversare nel passaggio pedonale protetto ma non era ancora scesa in strada quando è stata travolta dalla furia dell’auto che aveva già invaso metri prima il marciapiede; auto che procedeva in direzione Ravaldino ed in corrispondenza di una lieve curva a sinistra ha sbandato all’esterno oltrepassando l’alto cordolo che separa la carreggiata stradale dalla pista ciclo-pedonale. Secondo quanto venne appurato dagli inquirenti, la giovane si mise alla guida con un tasso superiore a 1,50 g/l e dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti (cocaina), alle 9 e mezza di mattina.
Alina era una ragazza in gamba e con tanti progetti per il futuro: dal marzo 2016 era dipendente presso il punto vendita di accessori moda Stellazeta, dove, nonostante la giovane età, aveva assunto la qualifica di ‘store manager’ ovvero responsabile del negozio. L’ingiustizia di questa morte precoce e inaspettata, l’essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato e la scia di dolore che ha lasciato dietro di sé questa vita spezzata troppo presto, ha dato alla madre, Sanda Sudor, residente in Olanda, la forza per creare quest’evento. Lei stessa dice:“Alina non era soltanto la figlia ma la ragione per realizzare sogni e progetti, la ragione per creare, rivoluzionare e migliorare. Ritengo che nessuno potrà mai inventare una nuova lingua: quella del dolore di sopravvivere alla morte di un figlio. Non si insegna a un figlio a morire. E dal momento che non sono riuscita come madre a impedire ad Alina di morire, voglio lottare per sopravvivere e lo faccio con l’unico strumento che conosco, che mi sorregge e mi sostiene: l’Arte. Che sia l’Arte a tenere Alina viva, che sia l’arte a far comprendere il passaggio tra la vita e la morte. Che sia l’Arte un omaggio ai genitori che, come me, sono condannati all’ergastolo del dolore. L’invito rivolto a tutti è quindi quello di partecipare a questa mostra per tener vivo il ricordo di questa ragazza, della sua tragica scomparsa, e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tragedie causate dagli omicidi stradali perpetrati da guidatori completamente ubriachi o drogati. Sarà presente, in rappresentanza dell’Associazione, Omar Bortolacelli, Referente AFVS Bologna, per portare un abbraccio alla famiglia di Alina e ricordare l’importanza della sensibilizzazione alla sicurezza stradale attraverso la presentazione delle nostre campagne sociali.
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