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Gaetano Scirea
Calciatore
α Cernusco sul Naviglio 25 maggio 1953
ω Babsk (Polonia) 3 settembre 1989
“Un uomo che si è illustrato da solo per tanti anni sui campi del mondo, che ha conquistato un titolo mondiale con pieno merito, che era un campione non soltanto di sport ma soprattutto di civiltà” (Sandro Ciotti)
Gaetano Scirea è stato il “libero” per eccellenza del calcio italiano. Nato in provincia di Milano nel 1953, disputa due stagioni in prima squadra con l’Atalanta, esordendo in A a solo 19 anni in un Cagliari-Atalanta 0-0. Nel 1974 entra a giocare con la Juventus a cui resterà legato fino al giorno della sua morte e oltre. Quattordici stagioni, 377 presenze in serie A, 24 gol in campionato e 7 scudetti. E poi due Coppe Italia e un esemplare di ciascuna delle cinque coppe internazionali.
Il suo esordio in nazionale riporta la data del 30 dicembre 1975 nell’amichevole Italia-Grecia. Con gli azzurri colleziona 78 presenze, 10 delle quali da capitano, ed è nella leggendaria formazione che ha conquistato il titolo mondiale di Spagna ’82.
Noti la sua eleganza e il suo fair play che gli permettono di chiudere la carriera senza subire mai espulsioni. Muore prematuramente a soli 36 anni il 3 settembre 1989 in Polonia.
Scirea dopo il ritiro da giocatore aveva deciso di intraprendere la carriera di allenatore e ottiene l’incarico di secondo a fianco di Dino Zoff alla guida della sua Juventus. Viene quindi incaricato di visionare un incontro dei rivali dei bianconeri in Coppa UEFA, il Górnik Zabrze, e si reca in Polonia.
Fausto Silipo, che seguiva insieme a Scirea il corso allenatori a Coverciano, racconta di una conversazione avvenuta qualche tempo prima: «Fausto – disse Scirea, – per favore stasera puoi vedere tu al telegiornale contro chi dovremo giocare?». Quando, poche ore dopo, Silipo glielo riferì Scirea quasi sbiancò. «Cosa ti prende, Gaetano? Non è una squadra forte. Perché ti preoccupi?». «Perché in Polonia le strade sono terribili, non ci sono benzinai e bisogna viaggiare con le taniche di benzina in auto. È pericoloso». La paura si concretizzò durante il viaggio di ritorno verso Varsavia, dove avrebbe dovuto prendere il volo di ritorno per Torino. Sotto una pioggia insistente l’automobile su cui viaggiava fu tamponata da un furgone nei pressi di Babsk e prese fuoco a causa di quattro taniche di benzina che l’autista trasportava nel portabagagli. Scirea fu soccorso e trasportato presso un ospedale vicino ma, a causa delle gravi ustioni riportate, i medici non poterono fare altro che constatarne il decesso. È sepolto nel cimitero di Morsasco, in provincia di Alessandria. A oltre trent’anni dalla scomparsa continuano i tributi di tutto il mondo del calcio ad un giocatore che ha rappresentato l’emblema della correttezza.